Per molti fan della serie di 007, James Bond muore quando Sean Connery lascia. Per vostra fortuna, io non appartengo a quell'eletta schiera. Per me, James Bond continua a vivere anche dopo l'era Connery. Anche se ammetto che l'era Moore non inizia sotto i migliori auspici.
Lo stesso giorno, tre membri del servizio segreto britannico vengono uccisi: uno al palazzo dell'ONU mentre teneva d'occhio il dottor Kananga (Yaphet Kotto), leader di un paese dei Caraibi, uno a New Orleans e il terzo alle Bahamas, nel corso di un rito voodoo. James Bond (Roger Moore), inviato in America a investigare, scopre l'esistenza di un piano del boss criminale Mr. Big per prendere il controllo del mercato dell'eroina, e si scontra con la sua organizzazione, che usa il voodoo come copertura. Lo aiuta la bella Solitaire (Jane Seymour), che sembra avere il potere di predire il futuro tramite i tarocchi...
Il romanzo, secondo della serie di Fleming, è abbastanza simile alla versione cinematografica, anche se ovviamente non del tutto. Se per
Una cascata di diamantisi voleva creare un nuovo
Goldfinger, stavolta la direttiva sembra essere quella di un nuovo
Licenza di uccidere: Bond di nuovo ai Caraibi, uno sgherro senza una mano come il dr. No, la casa di Bond come nel primo film, fantascienza quasi a livello sotto lo zero. Il nome per il cattivo (nel romanzo si chiama solo Mr. Big) venne trovato durante la ricerca di location in Giamaica, ed è il nome del proprietario di una fattoria di coccodrilli dove poi è stata girata la scena del film in cui James, per scappare, salta sulle schiene dei coccodrilli (lo fece Kanaga stesso, rischiando grosso). Roger Moore, corteggiato fin dai primi tempi della serie, finalmente prende il posto di Connery (anche se i produttori avevano provato a coinvolgere Clint Eastwood, che saggiamente declinò), mentre per Solitaire pensarono all'inizio a Catherine Deneuve. All'uscita, il film fu un grosso successo, confermando che no, la serie non era morta con Connery: e la canzone dei titoli di testa, scritta da Paul McCartney, divenne un hit.
Entusiasmo che personalmente non mi sento di condividere. Il film, infatti, tenta di ricreare il mix tra vecchio film d'azione e commedia del film precedente, ma è evidente come sia calato sulle spalle sbagliate: Moore, alla sua prima prova, ha la faccia giusta e le giuste movenze, ma ancora si sente che la sceneggiatura richiedeva l'arrogante superomismo di Connery, non la tranquilla bonarietà di Moore, che crea un Bond meno spaccone, più professionale, controllato, calmo. Aggiungete poi una Bondgirl scialba (la Solitaire della Seymour) e un cattivo non all'altezza: infatti, nella memoria dei fan è passato il suo sgherro Barone Samedi (Geoffrey Keen), impostore travestito da dio dei cimiteri voodoo, che è quello nella foto. Belle alcune scene e gli inseguimenti in barca, ma il Bond di Moore troverà più avanti la sua consacrazione.
Edited by Francis Delane - 3/3/2013, 12:24