Cinematik.it - Il gioco del Cinema


La calda amante
Poll choicesVotesStatistics
71 [100.00%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
80 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
00 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 1)

La calda amante, François Truffaut, 1964

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 1/5/2011, 21:20

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


Non fatevi ingannare dal titolo, non è un film porno. E' il film che segue Jules e Jim.



Ogni film di Truffaut è la contraddizione del precedente, sembra volerne quasi costituire l'opposto. E così, dalla libertà vitalistica
del menàge a trois che l'aveva ufficialmente consacrato (e che ormai gli stava quasi antipatico), ricadiamo in una storia che più conformistica, banale, oppressiva non si può. Ai giorni nostri, un ricco scrittore ed editore di mezza età, Pierre Lachenay (Jean Desailly), in viaggio a Lisbona per una conferenza su Balzac, incontra su un aereo la giovane hostess Nicole (François Dorlèac, sorella di Catherine Deneuve, morta nel 1967 in un incidente automobilistico). E' l'inizio di una relazione adulterina (per lui) che però si trascina senza passione, vissuta nella paura di essere scoperti, nell'inquietudine del contatto fisico, nel soffocare progressivo di ogni istinto, fino al finale tragico: la moglie di lui scopre la relazione, imbraccia un fucile e lo uccide in un bar, mentre lui è stato appena lasciato dall'amante proprio quando stava per separarsi.

Un film dove non succede nulla, mentre in Jules e Jim succedeva di tutto, che Truffaut girò in un periodo di problemi personali (stava divorziando lui stesso, e sul set ebbe una relazione lui per primo con la Dorleac, che sarebbe morta nel 1967 in un incidente automobilistico), nel suo stesso appartamento. Un film di mani che premono pulsanti, aprono porte, stappano bottiglie, in gesti apparentemente carichi di senso che poi si rivelano insensati: il nonsenso della società, dell'impossibilità di essere liberi, dell'amore soffocato. Proprio per questo, all'epoca fu un fiasco colossale, e io stesso (che pure sto diventando truffautiano fino al midollo) lo vedo come un film freddo, bloccato, inerte, lento. Non un brutto film in assoluto, ovviamente, ma certo non una delle vette del regista, che segna l'inizio di un periodo di crisi, che vedrà anche Fahrenheit 451 e La sposa in nero, fino ad arrivare a Baci rubati e La mia droga si chiama Julie, che segneranno l'inizio della risalita.
 
Web  Top
0 replies since 1/5/2011, 21:20   12 views
  Share