Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Festival di Roma: L'uomo che cade
Poll choicesVotesStatistics
810 [76.92%]
72 [15.38%]
91 [7.69%]
100 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 13)

Festival di Roma: L'uomo che cade, World Entertainment

« Older   Newer »
  Share  
freddy_k
view post Posted on 10/10/2010, 22:22 by: freddy_k
Avatar

Produttore

Group:
Member
Posts:
6,246
Location:
Dorgali (NU)

Status:


Recensione di freddy_k

Da un romanzo di Don De Lillo, autore di cui ho sentito parlare ma di cui non ho ancora letto nulla, uno spaccato veramente efficace delle conseguenze degli attacchi terroristici dell'11 settembre su una comune famiglia americana: tutti quanti reagiscono in modo diverso, ma a suo modo uguale: il marito, che si trovava in una delle Torri al momento dell'attacco, inizia una relazione con un'altra sopravvissuta e si mette a giocare a poker perchè lo faceva prima con i suoi colleghi morti; la moglie che se la prende con gli arabi suoi vicini, ufficialmente perchè tengono la musica troppo alta, in realtà per quello che ha fatto la loro gente; il figlio che, assieme ai suoi amichetti, guarda il cielo in attesa di un aereo che faccia crollare davvero le Torri, affermazione che non capiamo fino all'ambiguo finale... La storia è molto triste e commovente,se l'obiettivo era di far riflettere l'ha centrato in pieno, almeno per quel che mi riguarda. Sul finale, la mia interpretazione è questa: tutta la storia era una "proiezione" della mente di Lianne, che non riusciva ad accettare l'enormità di quello che era successo... Forse ho ragione e forse no, World fammi sapere... ;)
Sceneggiatura molto ben scritta, corretta a parte qualche errore di battitura e un "decisa" al posto di "discesa" verso la fine... La storia è lenta ma visto l'argomento trattato non si poteva fare altrimenti e le scene sono descritte senza risparmiarsi in particolari.
Regia di Gus Van Sant, scelta veramente azzeccata. Di suo ho visto Elephant, con cui questo film ha alcuni punti in comune, il più evidente il fatto di raccontare, attraverso storie di singole persone, ciò che c'è dietro a un tragico avvenimento.
Attori veramente bravi e in parte, ma più di tutti mi è piaciuto il personaggio di Martin (Skarsgard), "voce fuori dal coro": non è a favore della Jihad ma la giustifica, vedendo gli arabi come degli oppressi e non come dei mostri, al contrario di Lianne e di sua madre.
Musiche meravigliose e davvero efficaci, che sottolineano nella maniera migliore la drammaticità di alcune scene (soprattutto verso la fine). Locandina che più semplice non si può ma non potrei immaginarmela diversa...

VOTO: 8.5


CITAZIONE
1) A chi più di te, che stai vivendo il Festival a tutto tondo, la domanda “che sensazioni provi?” è più appropriata.


Partecipare al Festival è sempre una grande emozione, si respira un'atmosfera che normalmente non c'è nemmeno agli Awards. Quest'anno è toccato a me l'onere/onore di organizzarlo e vi dico che non è una sciocchezza, quindi tanto di cappello a chi lo ha sempre fatto. Comunque, rispondendo alla tua domanda... il festival te lo godi molto più da semplice spettatore e basta, questo è poco ma sicuro! Per il resto, quest'anno, posso dire che è stato bello vedere di volta in volta l'emozione dei singoli produttori coinvolti, la loro attesa sul forum prima dell'aggiornamento: è stata una responsabilità ma è anche bello.

Però sono anche cosciente che il Festival non si risolve con la semplice riuscita del calendario, e le proiezioni e gli aggiornamenti: la vera scommessa inizia dopo, a fine proiezioni, con le discussioni e la tensione (quella positiva) che va tenuta alta.

Complimenti per l'ottimo lavoro svolto.

CITAZIONE
2) Cornice al film è quel drammatico 11 settembre. In alcune sequenze del film si vede un uomo buttarsi a capofitto da un palazzo: in questo caso il cinema prende a piene mani dalla terribile realtà. Cosa ti ha spinto a proporre questo film, nonostante la difficoltà intrinseca nel girare attorno a questa tragedia di portata mondiale?


Be', guarda, credo che per tutti noi che abbiamo vissuto l'11 settembre 2001, parlare dell'undici settembre equivale a parlare anche un po' di noi, metterci un pezzetto di noi stessi. Io per esempio nella rievocazione di alcune scene ho risentito quel terrificante senso di stupore che ho provato nel momento in cui, accendendo la tv, vidi a reti unificate le scene degli aerei che penetravano nelle Torri. Per il resto posso dirti che la voglia vera di fare un film sull'undici settembre mi è venuta seriamente solo dopo aver divorato il libro di Delillo da cui ho tratto il mio film: mi ha colpito come una rasoiata, pur avendolo fortemente modificato (soprattutto nel finale).

Non conosco il libro ma il film mi ha procurato parecchie emozioni, e parecchio forti.


CITAZIONE
3) Gus Van Sant porta spesso sullo schermo controversi temi morali ed etici e, non da meno, in questo film si parla di religione e di amore. Ci attendono discussioni animate oppure grida allo scandalo?


Sono sincero, non credo che sarà un film foriero di polemiche, anche perchè non ci sono teorie complottiste alla Michael Moore, nè prese di posizioni nette. Io l'ho concepito, come il libro del resto, come un film dal tono dimesso, quasi neorealistico-intimista, essendo infatti più un film sullo smarrimento e sulle solitudini post 11 settembre che un film rigorosamente storico, anche se è un aspetto quest'ultimo che non poteva mancare.

Pienamente d'accordo.


CITAZIONE
4) “L’uomo che cade” è tratto da quello che è l’omonimo e controverso libro di DeLillo sull’11 settembre. A suo tempo, il New York Times lo affossò. Paura delle critiche in sala?


Paura, no. Probabile che ci siano critiche discordanti, anche in virtù del finale che ho fortemente cambiato ma che a me personalmente piace. Anzi, ti dirò che eventuali critiche le apprezzerei nella misura in cui starebbero a significare che perlomeno il film non ha lasciato indifferente chi lo ha letto.

In effetti il finale è di difficile interpretazione...


CITAZIONE
5) Sicuramente durante la produzione avrai fatto delle considerazioni su questo film. Qual è il pregio di questo film? E il difetto principale?


Comincio dal difetto: il tono dimesso, volutamente "raffreddato", accompagnato da uno svolgimento non lineare, con un continuo ritorno al passato e al giorno della tragedia. Il pregio è che, nonostante questo tono volutamente freddo, o forse proprio per questo, il film dovrebbe emozionare ma soprattutto far riflettere. E poi che è un film "worldiano" abbastanza diverso dal mio solito: ci sono non pochi dei temi che ho già affrontato nei miei film recenti, ma con uno stile più asciutto e meno ricco, che spero sarà gradito soprattutto da chi a volte vede un eccessivo manierismo in quello che è il mio modo di scrivere.

Quoto ogni singola parola. E sulla lentezza, come ho già scritto nella recensione, secondo me non si poteva fare altrimenti.


CITAZIONE
6) “L’uomo che cade” è uno dei nomi sulla bocca dei cinematikini per la vittoria finale. Ti aspetti che confermino i loro propositi? E a quale premio ambisci?


Non nego che una vittoria non mi dispiacerebbe, ma c'è una gran bella concorrenza e ho comunque vinto il Festival dell'anno scorso. Io penso che però potrei avere le mie chances per la sceneggiatura, il che mi farebbe molto piacere, visto che da un bel po' il premio mi manca in bacheca, anche agli Awards.

Non mi sbilancio sui premi, ma credo che ne vincerai più di uno...

CITAZIONE
8) Pronostico secco: chi vince il festival?


Prima dell'inizio del festival avrei scommesso su "The Lady in the dunes" di Andrew ma adesso non ne sono più tanto sicuro. A questo punto penso non sia da escludere una sorpresa, e per sorpresa intendo anche la vittoria di un produttore ritornato dopo un lungo periodo di inattività.

Stavate parlando di me? (cit.) :P :D
 
Top
30 replies since 30/9/2010, 16:14   451 views
  Share