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Festival di Roma: L'uomo che cade
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Festival di Roma: L'uomo che cade, World Entertainment

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Francis Delane
view post Posted on 9/10/2010, 12:19 by: Francis Delane

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


PROLOGO: non si può dare torto a World per la desolazione che ha detto aver visto succedersi al primo interesse, perché l'ultima cosa che mi sarei aspettato è di vedere una sola recensione per questo film, che sembra fatto apposta per suscitare dibattiti. Chiariamo subito che non dirò mai di averlo capito, però mi è sembrato fra le cose migliori di questo festival.

REGIA: Gus Van Sant. Non sono un suo fan, non ho visto "Psycho" ma "Scoprendo Forrester" sì (e non mi ha convinto moltissimo). Però non la saprei condannare come scelta, mi sembra comunque adatta (ecco, forse avrei visto meglio un Paul Thomas Anderson).

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: anche qui, mi manca la conoscenza della fonte (non del suo autore). Ma non si può negare che sia una efficace fotografia dello shock provato dall'America di fronte all'11 settembre, attraverso la disperazione che in vari modi coglie tutti i personaggi, da Lianne che non riesce più a sopportare le preghiere musulmane della vicina di casa, a Keith che si lancia in una sconsolante relazione extra-coniugale (più o meno), ai bambini colti dal terrore di veder cadere le Torri definitivamente. Spero ci saranno critiche sul finale così da ravvivare un attimo questa discussione, ma qualunque cosa se ne pensi (L'intero film è forse un'immaginazione di Lianne che vorrebbe Keith vivo? Oppure il finale è una metafora della paura americana di un nuovo attacco che rompa quanto ancora resti in piedi? L'attività terroristica di Hammad e Amir è un flashback? Oppure è tutta la prima parte del film a essere la proiezione di una sotterranea paura collettiva?) non se ne può negare l'efficacia drammatica. L'unica cosa è che, forse, le vicende del gruppo dei terroristi potevano avere maggior spazio.

CAST: nulla da dire sui ruoli principali, e menzione d'onore per Stellan Skarsgaard (credo che a un europeo le affermazioni americanissime di Nina siano per lo meno indigeribili). Però, anche qui, mancano alcuni visi di contorno: Isabel e gli altri due bambini, per esempio. Sarà che sono allergico a un cast non completo io?

MUSICA: Philip Glass. Efficace, ben scelta.

VOTO FINALE: 79/100. Voto ancora più convinto perché lo sceneggiatore riesce a farci entrare perfettamente in due mentalità diverse dalla nostra. Difficilmente un europeo può entrare in una logica americana, al massimo potrà scimmiottarla, e ancor più difficilmente potrà comprendere quella islamica dei terroristi. E tuttavia, è un miracolo che la sceneggiatura non demonizzi questi ultimi e non esalti i primi, riducendoli a una sola dignità: quella dell'essere umano.

Edited by Francis Delane - 10/10/2010, 00:27
 
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