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Minority Report, un film di Steven Spielberg

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Merlino*
view post Posted on 20/7/2013, 01:02




locandinapg3

Minority Report

Titolo originale: Minority Report
Nazione: Usa
Anno: 2002
Genere: Thriller
Durata:
Regia: Steven Spielberg
Sito ufficiale: www.minorityreportmovie.com
Sito italiano: www.20thfox.it/siti/minority

Cast: Tom Cruise, Colin Farrell, Kathryn Morris, Samantha Morton, Paul Thomas Anderson
Produzione: Jan de Bont, Bonnie Curtis, Gerald R. Molen, Walter F. Parkes
Distribuzione: 20th Fox
Uscita prevista: 27 settembre 2002 (cinema)

Trama:
In un sistema giudiziario del futuro i Killers vengono arrestati e giudicati colpevoli prima che commettano l'omicidio. Non ha mai sbagliato. Ma quando un'ufficiale dell'unità speciale viene accusato di omicidio...

Il capitano John Anderton (Tom Cruise) dirige la sezione Precrime del Ministero di Giustizia americano. Il suo compito é quello di trovare in tempo i responsabili di efferati omicidi. La particolarità del suo lavoro é che egli sa in anticipo quando e da chi verrà commesso il crimine. Le sue informazioni provengono da tre precog, due gemelli maschi ed una femmina, esseri a metà strada fra l'umano e il vegetale (sono persone con poteri superiori al normale che vengono tenute in uno stato vegetativo per esaltarne le potenzialità), che proiettano su un particolare schermo le loro previsioni, che verranno in seguito analizzate proprio da Anderton. Siamo nell'anno 2054 e siamo prossimi alle elezioni: é possibile che l'unità Precrime, operante solo a Washington, possa essere resa legale in tutti gli Stati Uniti. Il momento é delicato, si rischia il tutto per tutto.
Improvvisamente però, i precog prevedono un nuovo omicidio e l'assassino é lo stesso John Anderton. Per dimostrare la sua innocenza, il capitano dovrà scappare, affrontare il passato, mettere in gioco le sue relazioni e la sua vita. Dovrà scoprire quel rapporto di minoranza che sarà in grado di scagionarlo.

La nuova opera di Spielberg, tratta da un racconto di Philip K. Dick, rispetta in pieno tutte le aspettative: é spettacolare, maestosa, pretenziosa, magnifica. Gli effetti speciali sono eccezionali: ragni elettronici in grado di percepire il minimo movimento umano e la più piccola fonte di calore, proiezioni mentali che possono essere "spazzolate", automobili elettromagnetiche, costruite letteralmente su misura, che scivolano su piani perpendicolari rispetto al suolo, varchi elettronici che analizzano in un millesimo di secondo la retina, pubblicità iper-personalizzate. Molto suggestiva é la scena in cui Anderton "spazzola" la proiezione relativa ad un imminente delitto: più che un poliziotto sembra un direttore di orchestra che dirige i suoi maestri con rigore e leggiadria. Nonostante la crudeltà delle immagini che scorrono sullo schermo lo spettatore é estasiato dalla rapidità con cui un semplice dialogo familiare viene scomposto e trasformato in una possibile indizio per scovare il futuro omicida. È impressionante pensare che nel 1956 il più grande scrittore americano di fantascienza abbia immaginato una realtà che é ancora lontana anche per noi! Il tema trattato é molto delicato: si può accusare e quindi punire un uomo sulla sola base di previsioni? E se queste non fossero esatte o se il soggetto in questione venisse ravvisato sul proprio futuro e decidesse di cambiare condotta, le accuse e la condanna resterebbero oppure no? In tempi come questi in cui si prospettano "guerre preventive" é più che mai attuale porsi di queste domande! A differenza del romanzo, che si chiude in modo ambiguo, poco esplicito, Spielberg lascia al protagonista una possibilità in più: la sua coscienza.
L'ambientazione é decisamente noir, ma il tutto assume una valenza diversa grazie alle musiche, prevalentemente riprese da autori classici quali Shubert dal ritmo irrefrenabile.
Consigliato a chi ha bisogno di uno scossone per riprendere in mano le redini della propria vita.
 
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emilgollum
view post Posted on 20/7/2013, 11:21




lo apprezzai, ma alcune cose le ho dimenticate.
 
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view post Posted on 20/7/2013, 14:40
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Cinefilo Ad Honorem

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mai visto, sono fuori tempo massimo?

super-recensione di guzzano:

<sono l’agente John Anderton della Sezione Pre-Crimine, la dichiaro in arresto per il futuro omicidio che avrebbe dovuto aver luogo oggi….>. In "Minority Report", futuristica missione impossibile per Tom Cruise, splendido 40enne le cui fattezze (che non appena possono si mettono in canottiera) un maligno dio del cinema da qualche tempo si diverte ad oltraggiare: in "Vanilla Sky" compariva mascherato per mezzo film, qui gli tocca farsi estirpare gli occhi, sostituire le cornee e combattere per la vita bendato, con le preziose pupille a rimorchio in un sacchettino. Siamo nel 2054 e la privacy è solo un ricordo: grazie alla pronta, telematica lettura della retina, i due grandi poteri che gestiscono la vita degli abitanti pianeta - la polizia e la pubblicità - il passato, il presente, gli acquisti e la collocazione nel globo di un individuo non hanno più segreti. Non basta. Sfruttando le doti di veggenza di tre sfortunati nati da madri tossiche e tenuti in semi-apnea in un una piscina (detta ‘il tempio’) col cervello collegato a monitor dove proiettano ologrammi di omicidi in embrione, il Corpo Speciale sopracitato riesce anche ad intervenire in anticipo sul futuro azzerando il numero dei delitti made in Usa. Quando il capitano Cruise/Anderton, che di notte diluisce nella droga e nella musica classica la ferita della perdita del figlioletto, si accorge di essere egli stesso il prossimo killer potenziale, inizia per lui una fuga nello spazio, nel tempo e nella filosofia spruzzata di giallo che si snoda ben oltre le due ore molto compiacendosi, a scatti rianimandosi, spesso avvitandosi su se stessa. Steven Spielberg, geniale animo bambino con gli occhioni spalancati sull’astronave dei pirati cibernetici, affresca una pellicola hi-tech, pallidamente colorata, rallentata da incontri con personaggi verbosi e alla disperata ricerca di un dio in ascolto che abbia pietà della vanagloria umana. L’incontro ravvicinato con Stanley Kubrick, sodalizio che partorì il controverso "A.I. Intelligenza Artificiale", ha lasciato nel regista di "E.T." un segno visionario eppure asettico, ciclico, ricco di angosce. E’ probabile che "Minority Report" sarebbe piaciuto a Philip Dick (e chiediamo perdono per aver atteso tanto prima di citarlo), scrittore di fantascienza, del quale l’editore Fanucci ha appena ristampato la magistrale opera. Uomo che col cinema ha intrattenuto pessimi rapporti e dal cinema ha avuto solo glorie postume. Dick, scomparso vent’anni fa, mente ispiratrice di "Blade Runner", "Total Recall", "Screamers" e del più recente "Impostor" con Gary Sinise (dove ricevette l’oltraggio di essere definito ‘futurologo’ nei titoli di testa), detestava la spettacolarità dell’immagine, i kolossal hollywoodiani, l’esaltazione visiva. Era un archeologo del cervello umano, un teologo dell’interiorità, un chimico delle regole sociali. E a lui si è piegato il re delle emozioni visive, lo squalo delle megaproduzioni, il predatore recordman d’incassi: gli effetti speciali, da sempre piatto forte di Spielberg, si acquattano in un’elegante operazione di mordernariato allestita per non far ombra al Pensiero: conchiglioni volanti, granchietti in alluminio, i gloriosi baccelloni riveduti e corretti e - non appena si può - una bella cucina anni Sessanta o una fuga borghese in campagna. Ne esce un film ibrido, discontinuo, ostinato. Alieno.
 
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Andrew.
view post Posted on 20/7/2013, 17:03




Si lascia guardare, ma si dimentica facilmente.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 21/7/2013, 12:58




a me piace, come film.
 
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4 replies since 20/7/2013, 01:02   31 views
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