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La scelta
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La scelta, di Michele Placido

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view post Posted on 24/2/2015, 16:58
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Cinefilo Ad Honorem

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Soggetto interessante. Esce tra maggio e aprile (un po' tutti i registi "importanti" italiani stanno giocando a nascondino, l'avevo scritto anche in altro topic che tra Moretti, Garrone e Sorrentino nessuno ancora ha mostrato trailer ufficiali).

da trovacinema:

di Maria Pia Fusco

Laura e Giorgio sono una coppia senza figli, apparentemente felice. Ma un evento drammatico rimette in gioco equilibri e sentimenti. Michele Placido rilegge Pirandello nel film "La scelta" che sta girando a Bisceglie, in Puglia; firma la sceneggiatura con Giulia Calenda, i protagonisti sono Ambra Angiolini e Raoul Bova, nel cast Valeria Solarino e lo stesso Placido nel ruolo di un commissario. Il film (prodotto da Charlot, Goldenart con RaiCinema, distribuito da Lucky Red) è liberamente tratto da L’innesto del drammaturgo siciliano. Con tono appassionato, Placido definisce l’opera «rivoluzionaria, scritta nel 1919, quando l’Italia si avviava al fascismo. Una donna della buona borghesia rimane incinta, non si sa se del marito o dopo una violenza subita. «Vuole essere lei a decidere se abortire. Quanti anni sono passati per arrivare alla legge sull’aborto? Io l’ho trasportata a oggi: in un tempo in cui la maternità spesso viene programmata, la storia mi sembra ancora più significativa. L’arco è di tre mesi, dalla scoperta della gravidanza fino al limite di tempo per interromperla».
Placido, ha scelto un testo poco noto.
«Mi ha incuriosito l’eterno conflitto uomo-donna, la cosa bella di Pirandello è che sottolinea la fragilità dell’uomo: quando Laura torna a casa sconvolta, Giorgio rimane paralizzato, come se l’offesa fosse stata fatta a lui. Laura è più forte e determinata, un personaggio esemplare, “scandaloso” per l’epoca. Tanto che L’innesto non è mai stato rappresentato, l’ha usato solo Ronconi in un laboratorio teatrale. Un altro tema è la seduzione, con cui Laura cerca di riconquistare il marito. L’equilibrio del matrimonio è sconvolto, forse la felicità era solo apparente. Lei decide di ricostruire il legame usando tutta la sua femminilità».
Secondo lei Pirandello che rapporto aveva con le donne?
«Si sa che nel privato aveva grossi problemi. Non era misogino ma guardava le donne con soggezione. Dopo l’internamento della moglie, che soffriva di problemi mentali, ha avuto una sola storia d’amore, si dice non consumata, con Marta Abba, un’attrice molto più giovane alla quale ha dedicato le sue opere. Ma i sentimenti, le passioni non vissute nella realtà sono nei suoi scritti. Si è sfogato nella letteratura».
Come mai ha scelto come coppia la Angiolini e Bova?
«Ho visto Ambra a teatro in La misteriosa scomparsa di W di Stefano Benni, un dramma, ma lei offriva allo spettatore una sensazione di leggerezza, humour, autoironia. Mi sembra una persona positiva, perfetta per Laura, una donna che affronta la maternità non può essere negativa. Nel film ci sono, sì, momenti drammatici ma i personaggi di contorno, con le loro opinioni scandalizzate o indignate, sfumano il dramma. La leggerezza è anche nel lavoro di Laura, dirige corali di bambini. Ambra è stata generosa, si sta preparando da tre mesi. Raoul l’ho scelto perché mi piace l’idea di un uomo, così aitante e figo, che scopre tutta la sua fragilità».
Quanto c’è, nei personaggi, della piéce originale?
«Quello interpretato da Bova, in Pirandello non aveva una professione precisa, era un imprenditore, un possidente dell’epoca. Nel film gli ho aperto un’enoteca, un posto tipo happy hour dove si consumano aperitivi, un ambiente in contrasto con quello della musica classica, Laura è più vicina a Mozart che ai vini pugliesi. Sono due mondi di cui la gravidanza porta alla luce anche la diversità culturale».
Lei è legato alle sue radici e gira in Puglia. Cos’ha di speciale Bisceglie?
«È la città ideale perché, come in tutta l’Italia meridionale, il centro storico è di una bellezza strepitosa ma è diverso da quelli visti finora, è dominato da una pietra particolare, rigorosa, gotica e ha vicoli strettissimi, tortuosi, sembra Venezia. Quasi un labirinto in cui Laura si perde nella notte del drammatico evento. Poi, avendo io una storia teatrale, mi piace fare gruppo e gli abitanti di Bisceglie si sono prestati a essere protagonisti. In Puglia c’è tutto, gli attori, gli elettricisti, i tecnici, le sarte, le maestranze. Da Roma porto con me solo il direttore della fotografia, Arnaldo Catinari».
 
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emilgollum
view post Posted on 24/2/2015, 17:00




cinema italiano, almeno per una volta, da attendere con ansia. Almeno per me, tutti da sala.
 
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view post Posted on 25/3/2015, 11:45
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Cinefilo Ad Honorem

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Probabile il mio ritorno al cinema con questo - e in comitiva, non sanno cosa gli aspetta - ma preferirei di no anche per la mia mogliettina.
 
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2 replies since 24/2/2015, 16:58   14 views
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