Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Il pianista
Poll choicesVotesStatistics
82 [66.67%]
71 [33.33%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 3)

Il pianista, di Roman Polanski

« Older   Newer »
  Share  
Francis Delane
view post Posted on 20/1/2013, 18:06 by: Francis Delane

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


Ragazzi, mi meraviglio di voi! Ma come, quello che è il film migliore sull'Olocausto in circolazione (forse) nessuno di noi l'ha visto? E sì che risale al 2002!

ilpianista_polanski

1939: la seconda guerra mondiale inizia, con l'invasione della Polonia, che cambia drammaticamente la vita al pianista Wladyslaw Szpilman (Adrien Brody) e alla sua famiglia. Prima privati del lavoro, poi deportati nel ghetto, infine imbarcati sul treno per i "campi di lavoro". Ma Wladek viene salvato all'ultimo da una guardia suo conoscente, e rimane a Varsavia dapprima come lavoratore per smantellare il muro nel ghetto, poi come transfuga, nascosto da vari abitanti della città, amici e membri della resistenza polacca. Ma anche costoro spariscono l'uno dopo l'altro, finché Wladek non rimane da solo a girare tra le macerie del ghetto, smantellato e distrutto dopo la rivolta antitedesca del 1943: proprio adesso, però, l'incontro fortuito con un ufficiale nazista (Thomas Kreschtmann) appassionato di musica, si rivelerà essere la sua definitiva salvezza.

adrien_brody

Da anni, Polanski cercava una maniera per affrontare, al cinema, i traumi del suo passato di bambino ebreo a Cracovia, la cui madre morì ad Auschwitz e il cui padre, dopo averlo messo fortunosamente in salvo, riuscì a sopravvivere a Mathausen. Aveva però rifiutato la regia di Schindler's List propostagli da Spielberg: giustamente, perché quel film era più adatto al collega. Non esita, invece, quando si trova sottomano l'autobiografia del pianista Spzilman, ed eccolo dirigere il film che, dopo il passo falso della Nona porta, lo riporta al suo posto fra le grandi figure registiche del XX secolo agli occhi sia di pubblico sia di critica. Perfino l'Academy, per una volta, si dimostra ricettiva, e se non gli dà la statuetta di Miglior Film (ma il Festival di Cannes gli dà la Palma d'Oro), premia però la sua regia, la sceneggiatura di Ronald Harwood e la straziante interpretazione del bravissimo Brody.

33388bfd2a65fa5e49043706a3119f21,12,1

Ho detto sopra che Polanski aveva giustamente lasciato Schindler's List a Spielberg. Effettivamente, la storia di Oskar Schindler, storia della lotta di un uomo buono contro dei cattivi ben definiti come Amon Goeth, era meglio la dirigesse Steven. Roman, invece, realizza un film che è fatto soprattutto di corpi e di volti, non di personaggi, ridotti a fugaci apparizioni, tappe di un'autentica Via Crucis in un mondo atroce e impazzito, preda di un Male troppo grande per avere un volto (e infatti, a parte l'ufficiale di Kreschtmann, i nazisti compaiono o da lontano, oppure visti sempre a figura intera, mai in PP, mai in viso). Tematica perfettamente polanskiana, qui però corretta da una ventata di poesia portata dalla fiducia nella musica, e quindi di riflesso nell'arte, che per miracolo riesce a sopravvivere in questo mondo infetto, e che se non può cancellarne i mali, può però consolare e unire gli uomini (anche un nazista: ed è bellissimo che il miracolo occupi solo l'ultima mezz'ora del film, il che lo rende inaspettato e misterioso). Il tutto messo in scena in modo sobrio, lontano da ogni spettacolarizzazione e manicheismo, con una fotografia quasi monocromatica dove ancora di più risplendono i pochi colori. Aggiungete lo strepitoso Brody, e avete terminato il quadro.

VOTO: 9.
 
Web  Top
13 replies since 26/1/2010, 15:39   100 views
  Share