|
|
| Guzzano:
Dopo la recente biografia di Marco Risi, non autorizzata e non interpretata dal Pibe de Oro, ecco il documentario/confessione del bosniaco Kusturica (“Underground”), volato con passione oltre il muro di gomma che circonda il divino Diego. Che ci mette la faccia, il grasso, la famiglia, i ricordi, la sincerità e l’invettiva (dopo il detestato Bush, ci sono Matarrese, la Thatcher, e i reali d’Inghilterra). Salutato come il ‘Maradona dei registi’ in un concerto in Argentina, anche il regista/musicista ci mette di continuo la faccia e persino il palleggio: peccato di curiosità o di orgoglio? L’Ava Maria di Schubert fa da sfondo ai riti della (vera!) religione maradoniana mentre scorrono i viaggi politico/sportivi del nobile pallone (s)gonfiato dai ricoveri, indomabile paladino di chi sogna rivincite nel calcio (al Potere). Cuba, Belgrado, Napoli. Castro, Chavez e chi non salta Ferlaino è. Le parabole su punizione e le punizioni nella sua parabola. Il gol del secolo segnato in dribbling agli odiati inglesi e quello con la mano di D10. Perfetto rivoluzionario per un film di Leone, figlio di Merola nel cantarsi addosso il destino (stonato) abbracciato alle figlie, stanca sfinge orgogliosa quando se lo sente strimpellare di fronte, nel toccante finale.
|
| |