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The Lovely Bones - Amabili resti, di Peter Jackson

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Clint1994
view post Posted on 25/11/2009, 19:35




bella loca, film molto atteso
 
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view post Posted on 29/11/2009, 12:48
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Cinefilo Ad Honorem

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La incollo, la rileggeremo quando il film uscirà anche da noi.

MILANO - «In qualsiasi film con elementi fantastici è fondamentale che i personaggi credano a quello che si fa, così come il regista: quando si chiede al pubblico di intraprendere un viaggio, si firma una sorta di contratto, è come strizzare l'occhio e dire "D'accordo, crediamoci per due ore"». Così Peter Jackson ha presentato alla stampa italiana la sua ultima fatica, «Amabili resti» («The lovely bones»), tratto dal best seller di Alice Sebold (edizioni e/o), in uscita negli Stati Uniti l'11 dicembre (in tempo utile per gli Oscar), mentre da noi sarà nelle sale dal 5 febbraio distribuito da Universal. «Per questo cerco di filmare in modo realistico anche gli aspetti più fantastici di ogni mio film, come quando per Il signore degli anelli usavo la handycam per le scene di combattimento» ha aggiunto Peter Jackson.

LA STORIA - Il film è ambientato nel 1973 in Pennsylvania, in una famiglia qualsiasi della middle-class americana. Qui la dolce e sensibile quattordicenne Susie Salmon (Saoirse Ronan) non ha neppure il tempo di dare il suo primo bacio al ragazzo, che finalmente si è accorto di lei, perché viene brutalmente uccisa da uno psicopatico serial killer (Stanley Tucci) che ama costruire case di bambola nella sua anonima casa verde. La storia potrebbe finire qui se la ragazzina accettasse davvero di morire e di diventare, come è normale, un ricordo per i suoi cari. Ma non sarà affatto così. La ragazzina si ritrova, volutamente, in una sorta di mondo parallelo, di limbo post mortem, a vegliare sulla sua famiglia che nel frattempo va a pezzi per il dolore. Susie insomma, ancora legata alla Terra, graviterà non solo su un padre (Mark Wahlberg), ossessionato dall'idea di trovare il colpevole, e su una madre (Rachel Weisz) che a un certo punto fugge di casa, ma anche sulla coraggiosa sorella a caccia dell'assassino e su una nonna alcolizzata e tabagista (Susan Sarandon) squisitamente autoreferenziale. Ma nel mondo parallelo dove vive, paradisiaco o minaccioso secondo il suo umore, c'è anche il carnefice che lei vuole vedere punito.

TUCCI - Ad accompagnare il regista neozelandese, la protagonista principale del film, Saoirse Ronan, già candidata dall'Academy per Espiazione e ora chiamata a impersonare il delicato ruolo di Susie Salmon: «Come attrice e anche da spettatore, è stato difficilissimo per me accettare come le sia stata rubata la vita - racconta la giovane interprete -, ma allo stesso tempo è stato proprio questo ad aiutarmi ad entrare nel personaggio, un'adolescente tipica, amata dai genitori. Dopo questo film capisco davvero cosa si possa provare in certi momenti, e il dolore provato da chi rimane». Su Stanley Tucci il regista ha detto: «Sono stati tutti straordinari, ma ovviamente il compito più difficile è toccato a lui, che ha accettato la parte ma si percepiva quanto non fosse a suo agio a dover rendere quel personaggio. Stanley Tucci ha tre figli, è una persona gentile ed è un grande attore: per superare l'ostacolo, si è servito della metamorfosi richiesta per il ruolo, dal parrucchino biondo e i baffi fino alle lenti azzurre per gli occhi. Guardandosi allo specchio, si allontanava da se stesso e si riconosceva in Mr. Harvey: è stato questo a fargli prendere le distanze dal personaggio, un serial killer che non doveva trasformarsi in icona pop o cool come Hannibal Lecter, ma che rimanesse defilato, patetico e anonimo come certa carta da parati».
 
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Zio Carlo
view post Posted on 27/1/2010, 19:54




Ormai considerato a ragione autore a tutti gli effetti, Peter Jackson decide di tornare "sul campo", dopo i buoni ma non straordinari risultati del suo King Kong, con l'adattamento di un romanzo curioso come "The lovely bones", a detta di tutti quasi infilmabile. Ecco, il buon Peter invece ci è riuscito, eccome. Una pellicola coinvolgente, emozionante, commovente. Non si può non affezionarsi alla giovane Susie Salmon (perfetta Saoirse Ronan), ragazzina privata della vita ma talmente attaccata ad essa da non sparire in un attimo, bensì capace di rimanere sospesa in un'altra "terra di mezzo", a volte meravigliosa, altre tetra ed inquietante. "Amabili resti"è un film che parla della morte e della vita, dell’amore paterno che non ha intenzione di cessare, dell'elaborazione di un lutto devastante e di come quel che resta a volte può essere sufficiente, se non a far tornare tutto come prima, a rafforzare quei legami che inevitabilmente vengono scalfiti da una tragedia come la scomparsa di un familiare giovanissimo. E oltre alla potenza emotiva, c'è quella visiva: lo spettacolare limbo nel quale Susie resta prigioniera finchè non ottiene la pace è da mozzare il fiato, vero e proprio esempio di effetti speciali funzionali alla storia e non fautori della storia stessa (vero, Cameron?). Ma il film è meraviglioso anche grazie all'interpretazione di tutto il cast, dalla già citata Ronan ai genitori, Mark Wahlberg (sempre più bravo nel drammatico) e Rachel Weisz, l'uno stoico sostenitore della giustizia, l'altra troppo fragile per non andare avanti, da Susan Sarandon, nonna anticonformista ma solida quando conta, allo stratosferico Stanley Tucci in un ruolo sgradevolissimo che deve (e sottolineo deve) essere premiato, se non con l'Oscar, quantomeno con una nomination. Le musiche di Brian Eno si sposano alla perfezione con le immagini, e nel pre-finale è da lacrime di commozione la scena con il sottofondo di "Song to the siren" nella versione dei This Mortal Coil. Il primo grande, grandissimo film dell'anno.

VOTO: 9/10
 
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emilgollum
view post Posted on 27/1/2010, 19:57




Non l'ho letta tutta la recensione, che te lo dico a fare, uno dei miei film più attesi, però qualche riserva me la tengo dopo averlo visto.
Negli USA non è andato bene, sia come incassi che come recensioni, come mai? Secondo te.
 
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Zio Carlo
view post Posted on 27/1/2010, 20:02




CITAZIONE (emilgollum @ 27/1/2010, 19:57)
Non l'ho letta tutta la recensione, che te lo dico a fare, uno dei miei film più attesi, però qualche riserva me la tengo dopo averlo visto.
Negli USA non è andato bene, sia come incassi che come recensioni, come mai? Secondo te.

Io credo perchè:

a) si aspettavano un altro tipo di film (non so che tipo, ma è quello che esce fuori da tutte le recensioni che si leggiucchiano qui e lì);

b) molti trovano un inspiegabile scollamento fra le scene diciamo ambientate nel limbo e quelle nella realtà (cosa che io non ho trovato per nulla);

c) gli americani confermano per l'ennesima volta di non capire una mezza ceppa di c...o :P
 
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view post Posted on 28/1/2010, 12:06
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Zio Carlo @ 27/1/2010, 19:54)
vero e proprio esempio di effetti speciali funzionali alla storia e non fautori della storia stessa (vero, Cameron?).

Il film non l'ho visto e non ho letto con attenzione la rece per evitare spoiler, ma mi è saltato all'occhio questo.
Ora, come fai a dirlo senza aver visto Avatar?
E soprattutto, a 'sto punto della storia del cinema, in cui gli effetti speciali sono anche nei film italiani del tinello (parlo di uso di computer grafica e quant'altro, esagerando), trovo più sensato il discorso teorico di Cameron (in cui appunto, gli effetti speciali sono FAUTORI della storia stessa), rispetto a Jackson, che forse prima esce dalla gabbia degli appalti obbligati che deve concedere alla Weta, meglio sarà per la sua carriera.

ps: e pure la solita tiritera che gli americani non capiscono un bip? Dai...
 
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Zio Carlo
view post Posted on 28/1/2010, 12:29




Ok, allora. Avatar l'ho visto. Sto cercando un modo leggero per non farmi linciare quando dirò che non mi è piaciuto, o per lo meno non esattamente. E la battuta sugli americani è una battuta, Pap. C'è anche la faccina... questa :P

Dai, qui parliamo di questo film, che il thread su Avatar mi aspetta per uccidermi con le frecce avvelenate...
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 28/1/2010, 12:56




almeno dicci che l'hai visto al cinema Avatar :P
 
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view post Posted on 28/1/2010, 13:08
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CITAZIONE (Mr.Noodles @ 28/1/2010, 12:56)
almeno dicci che l'hai visto al cinema Avatar :P

^_^

Comunque, qua ho risposto sull'uso degli effetti speciali, poi se vogliamo parlare di Avatar, il topic c'è (anzi, ti aspettiamo a 'sto punto).
 
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Nuno Vox
view post Posted on 11/2/2010, 10:11




Attendo fremente l'uscita. ^_^
 
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view post Posted on 11/2/2010, 18:39

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Visione di febbraio.
 
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emilgollum
view post Posted on 15/2/2010, 12:01




Incasso non proprio esaltante. Io vado il prima possibile.
 
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World ^_^
view post Posted on 15/2/2010, 12:26




Io vado, ma senza precipitarmi.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 15/2/2010, 12:47




CITAZIONE (emilgollum @ 15/2/2010, 12:01)
Incasso non proprio esaltante. Io vado il prima possibile.

è un bel flop.
 
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view post Posted on 16/2/2010, 16:11
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Cinefilo Ad Honorem

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Lo andrò a vedere solo gratis, dato lo scarso interesse sia di Coly che di Tomo nel farmi compagnia (e per ora ad Aversa non è uscito... anzi, c'è Brothers! :wacko: ).

Comunque, incollo la rece di Mereghetti:

CITAZIONE
Amabili resti

Una storia a due dimensioni che osa troppo nel finale

Saoirse Ronan è la ragazzina protagonista di «Amabili resti» di Peter Jackson
Saoirse Ronan è la ragazzina protagonista di «Amabili resti» di Peter Jackson
Non è certo la prima volta che il cinema americano si confronta con la morte come tema su cui costruire la storia di un film (e non solo come, a volte, inevitabile punto di arrivo). La cultura americana, costruita su un pragmatismo darwinista molto meno colpevolizzante (non sarà certo un caso se in Italia si finisce per incolpare Maramao della sua morte visto che l’orto era pieno di insalata e possedeva anche una casa. Senza contare le micine innamorate...) e soprattutto imbevuta di un protestantesimo ben più «virile» del cattolicesimo romano, non ha mai avuto paura di guardare in faccia all’ultimo trapasso. E non solo nei drammi, ma anche nelle commedie (Insonnia d’amore inizia con padre e figlio che piangono al funerale della madre) e addirittura nei cartoni animati (che cos’è Up se non una lunga — e avventurosa — elaborazione di un lutto?). Per non parlare di Ghost...

Su questa «laica» riflessione sulla morte è costruito anche Amabili resti, che Peter Jackson ha tratto dall’omonimo romanzo di Alice Sebold (in Italia è stato pubblicato da e/o) dove l’anima dell’adolescente Susie (Saoirse Ronan) osserva da una specie di «terra di mezzo» il dolore della propria famiglia dopo essere stata violentata e uccisa da un pedofilo. A raccontare il film è la voce fuori campo di Susie, che fin dalle primissime scene svela il proprio non essere più in vita. E pian piano lo spettatore si abitua a questo strano narratore defunto (ricordate la voce di Joe Gillis/William Holden in Viale del tramonto?) che «ricostruisce»—o forse sarebbe meglio dire: ricorda — la sua vita da viva, i primi batticuori per un compagno di scuola ma anche la insinuante e meticolosa rete che un vicino di casa (Stanley Tucci) le sta tessendo intorno.

Susan Sarandon nel film è la nonna della protagonista
Susan Sarandon nel film è la nonna della protagonista
Rete in cui Susie cade e da cui esce ormai «trapassata» ma non «liberata» dai suoi legami terrestri. Perché l’idea del libro (che il film riprende) è che i morti non sono liberi di andare in Paradiso (o nei Campi elisi o nelle Grandi pianure, a seconda delle proprie convinzioni religiose) fino a quando hanno ancora qualche legame in sospeso con la terra. E il dolore lancinante dei genitori (Mark Wahlberg e Rachel Weisz), incapaci di farsi una ragione della morte della figlia, è una ragione più che valida per trattenere l’anima in una specie di «limbo» dalle colorazioni psichedel-autunnal-misticheggianti.

Fino a questo momento il film, pur nel suo insolito punto di partenza, riesce a tenere insieme le due dimensioni — quella terrestre e quella soprannaturale — senza eccessivi problemi: qualche illustrazione dell’aldilà può sembrare eccessivamente naif o troppo schematicamente new age, ma all’inizio assomigliano a peccati veniali. E l’idea che le anime trapassate possano continuare a soffrire per la mancata elaborazione del lutto dei sopravvissuti (in questo caso i due genitori e la sorellina, interpretata da Rose McIver) offre spunti di riflessione non scontati. Così come la quasi impossibilità per Susie di indirizzare le ricerche di polizia e parenti verso il vero responsabile della propria morte, eccetto forse un qualche suggerimento alla sorella...

Ma quella che sembrava una più tortuosa strada verso l’accettazione del dolore (l’elaborazione deve essere fatta dai sopravvissuti ma anche, in qualche modo, dai trapassati), vira all’improvviso verso la più scontata e irrazionale fantasia paganeggiante, dove i legami tra il mondo dei terrestri e quello dei defunti diventano sempre più labili da una parte e inutilmente contorti dall’altra. Non basta più che i due genitori, dopo un lungo periodo di separazione e di crisi (che permette l’ingresso in campo—un po’ gratuito, devo dire — della nonna interpretata da Susan Sarandon) riescano a ritrovarsi e a farsi una ragione della perdita della figlia. A questo punto lo spettatore scopre a sorpresa anche chi sono veramente le anime che aspettano con Susie l’ultimo viaggio (un colpo di scena che sembra uscire di un gusto morbosamente compiaciuto, non da una qualche coerente rivelazione) mentre Susie si ricorda di avere dei «conti in sospeso» con i viventi che fino ad allora sembravano dimenticati. E il film finisce per percorrere due strade che non si intrecciano più e che permettono di arrivare a una specie di happy ending per niente convincente.

Paolo Mereghetti

 
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51 replies since 21/4/2009, 11:13   2299 views
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