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Public Enemies, di Micheal Mann

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Mr.Noodles
view post Posted on 24/11/2009, 14:40 by: Mr.Noodles




CITAZIONE (piccettino! @ 24/11/2009, 13:50)
Il messaggio di Mann è chiarissimo: ti faccio vedere come si dicono le stesse cose in modo diverso. Detto altrimenti: il valore di nemico pubblico sta tutto in questa nuova grammatic adel digitale che Mann sta pian piano forgiando ad uso e cosnumo dei posteri. In questo senso il confronto tra Depp e Gable nel cinema più che narrativo è programmatico: narrativamente è smepre la stessa pappa. ma guarda la differenza a livello di linguaggio; è una sfida alla storia del cinema quella di Mann.

è così, ovvio. ma non solo. Mann non perde mai di vista i propri personaggi e la propria storia: mi pare che la ricostruzione mitografica di Dillinger sia davvero un'altra cosa. Mann è un autore sottile, lo è da sempre, non ha bisogno delle sottolineature: quella che racconta è un'epoca di frontiera, dove tutto sta cambiando: la polizia usa altri metodi, il Sistema si sta evolvendo (si veda come la libertà dei rapinatori va pian piano restringendosi e il campo sia invaso dai poliziotti; tra l'altro tale escalation contraddice la realtà storica perchè furono in parecchi i gangster che sopravvissero a Dillinger, a partire da Pretty Boy Floyd che nel film muore all'inizio). Dillinger entra come professionista solitario ed esce di scena (dal cinema) come leggenda: la sua consapevole morte (come ha scritto Mauro Gervasini, Dillinger che si rispecchia in Gable è come Nanà di "Vivre sa vie" che guarda "La passione di Giovanna d'Arco" :wub: ) è il punto di approdo del processo (altro parallelo che m'è venuto ora: il finale di "Io sono leggenda" di Matheson, l'essenza è quella). se la strada che percorre Mann fosse solo (meta)cinematografica, "Nemico Pubblico" non sarebbe il film straordinario che è.



CITAZIONE
dopo un po' che palle, però...

in senso narrativo? :P
 
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69 replies since 4/3/2009, 16:07   829 views
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