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Non è un paese per vecchi

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Mr.Noodles
view post Posted on 21/2/2008, 23:32




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Nel Texas occidentale, il cacciatore Llewelyn Moss trova un camioncino circondato da cadaveri, scopre che a bordo del veicolo si trovano ancora un carico di eroina e due milioni di dollari. Quando Moss prende i soldi, innesca una reazione a catena di violenza catastrofica che nemmeno la legge - impersonata dal disilluso Sceriffo Bell - riesce a fermare...

L'ultimo film dei fratelli Coen, in uscita domani, è un'opera pensata e realizzata in coppia: infatti, portano la loro firma la regia, la sceneggiatura e il montaggio. I protagonisti del film saranno interpretati da Josh Brolin, Tommy Lee Jones, Javier Bardem (che a quanto pare è molto vicino all'Oscar come miglior attore non pratagonista) e Woody Harrelson.
Not country for old men è tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy.

Molta attesa per quello che è considerato il grande ritorno dei mitici Coen!
 
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Dimax
view post Posted on 2/3/2008, 11:55




GIUDIZIO DI DIMAX - NON E' UN PAESE PER VECCHI

Ecco il nuovo film dell'accoppiata vincente Joel e Ethan Coen, i quali adattano per il grande schermo un gran bel romanzo di Cormac McCarthy.
Il film viaggia su una linea retta, senza flashback e praticamente senza coonna sonora (idea geniale perchè rende bene l'atmosfera).
Ma il punto forte del film è sicuramente la sceneggiatura, con situazioni e dialoghi che pungono e che atttirano lo spettatore.
Nonostante la lentezza dello svolgimento il film non è mai noioso, e viene retto da un Bardem in gran forma, meritatissimo per lui l'Oscar...
Bravi anche il grande Tommy Lee Jones, pessimista come non mai, e Josh Brolin, che offre una buona prova.
La scena finale è molto enigmatica e ambigua, con uno sceriffo Bell oramai disilluso e realista, che appunto smette di sognare...
VOTO: ***½
 
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Arcadia1983
view post Posted on 2/3/2008, 12:28




Bello bello bello.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 5/3/2008, 00:31




Ho finito di leggere il romanzo (molto cinematografico). Ma causa farze maggiori non ho ancora visto il film, così come non ho visto il film di Burton...
 
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emilgollum
view post Posted on 5/3/2008, 16:08




ieri ho visto sia questo che il film di Anderson. Entrambi suggestivi e duri, spietati e diretti. Favolosi.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 14/3/2008, 00:34




Finalmente l'ho visto. Sono uscito dal cinema soddisfatto...ne parlerò più in là.
 
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canepa
view post Posted on 14/3/2008, 10:14




Altro film da recuperare assolutamente.
Anche solo per vedere Bardem con il caschetto alla Beatles :P
 
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Andrew.
view post Posted on 26/3/2008, 23:28




Recuperato...
Da come ne parlavano mi aspettavo un capolavoro assoluto. Forse è per questo che sono rimasto un pò deluso, ma anche se non rientrerà fra i miei film preferiti, mi è piaciuto parecchio.
Il personaggio di Bardem è fantastico, con la sua bombola di aria compressa e quella voce da mettere i brividi. :D Ottima anche l'interpretazione di Lee Jones, che ci mostra un personaggio "vero".
Complimenti ai Coen :)

 
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Zio Carlo
view post Posted on 27/3/2008, 11:53




Un titolo evocativo, azzeccato. Lo sceriffo Bell si accorge che quello nel quale vive non è più un paese per vecchi. I dialoghi con lo sceriffo di El Paso e col vecchio ex-vice del nonno sono in tal modo esplicativi di quel senso di amara disillusione per una nazione (ma più largamente per una civiltà) che sta perdendo rapidamente, o forse ha già perduto, i valori che l'hanno resa quello che era, quello che portò Bell a diventare sceriffo, per proteggerla. Ma ormai non c'è più nulla da proteggere: il mondo è fatto di persone scaltre (Woody Harrelson), di uomini alla ricerca del denaro a tutti i costi (Josh Brolin, bravissimo) e di pazzi senza freni che uccidono solo per uccidere. Bardem si è meritato l'Oscar con la figura di Chirguh, un essere al di là della concezione del male che l'attore spagnolo tratteggia in maniera esemplare. Ma il vero mattatore del film - oltre al paesaggio, vero co-protagonista della pellicola - a mio avviso è Tommy Lee Jones, con quegli occhi che hanno visto tutto, forse troppo, che non vuole tornare sulla scena della strage nel deserto perchè ne ha abbastanza di tutta quella morte. Un film svuotato dal sogno (l'opposto di "Arizona Junior" di venti anni fa) e immerso nella rassegnazione, tanto che lo sceriffo nella scena finale (bellissima) ammette che i sogni ormai sono solo sogni, nella loro palese irrealizzabilità. I Coen, dopo due prove non sgradevoli ma certamente leggere, tornano ai tenori pessimistici di "L'uomo che non c'era": e se stiamo bene a guardare, lo sceriffo Bell è il contraltare del barbiere Ed Crane, tutti e due con la consapevolezza che il destino ha già fatto una scelta che in un modo o nell'altro non li coinvolge. Un film bellissimo, che alla fine si è meritato il successo di critica che lo ha accolto.

VOTO: 9/10
 
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piccettino!
view post Posted on 27/3/2008, 12:03




giusto per lanciare il sasso nello stagno, aggiungo che non è un paese per vecchi è IL film dei Coene inteso come il film che più incarana la poteica dei coen che si basa su una concezione del contemporaneo come uno specchio in frantumi, qualcuno al definerebbe poetica del vuoto. Il grande lebowski e fratello dove sei? (due filmoni) confermno questa direzione nel vuoto dei fartelli coen, forse tra i più significativi cineasti interpreti del conetmporaneo di questi ultimi vent'anni
 
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Zio Carlo
view post Posted on 27/3/2008, 12:07




Per una volta (incredibile) sono totalmente d'accordo con te, Lorè!!! :lol:
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 18/4/2008, 21:21




Testa o croce? Scegli.
Devo sapere prima cosa posso vincere.
Puoi vincere tutto. Scegli.


Cosa governa il mondo? Cosa governa le nostre vite? Caduti gli ultimi idoli, possiamo affidare le nostre sorti al lancio di una monetina, sicuri che sia solo il caso l’unico giudice in un mondo dominato da forze incomprensibili? I messaggi che ci sta lanciando la Storia da molte decadi a questa parte fanno propendere per tale ipotesi ed è interessante come una certa produzione artistica cerchi di indagare questi aspetti della società contemporanea.

Nel 2005 Cormac McCarthy, uno dei maggiori scrittori americani contemporanei (scoperto tardi in patria e ancor più tardi qui in Italia), ha pubblicato “Non è un paese per vecchi”, romanzo da cui è stato tratto un film omonimo che quest’anno si è imposto alla notte degli Oscar.

Sinossi: 1980, Texas del Sud. Il reduce del Vietnam Llewelyn Moss (Josh Brolin), durante una battuta da caccia, si imbatte in quel che resta di un regolamento di conti per una partita di droga. Moss viene in possesso di un ingente somma di denaro abbandonata, che malgrado la sua onestà, non può fare a meno di portarsi a casa, con l'intento di assicurasi un futuro migliore per sè e la giovane moglie Carla Jean (Kelly Macdonald). Ma il suo gesto darà vita ad una lunga scia di sangue e violenza, che porteranno Moss alla fuga, inseguito da gente senza scrupoli che vuole impossessarsi del denaro. Fra tutti spicca lo spietato e psicopatico killer Anton Chigurh (Javier Bardem), che decide il destino delle sue vittime tramite il testa o croce di una monetina. Neanche l'intervento dello sceriffo Ed Tom Bell (Tommy Lee Jones), prossimo alla pensione, riuscirà a fermare l'escalation di sangue e violenza.

Se ad una prima lettura, la trama dell’opera può dire ben poco, dopo la visione del film (o la lettura del romanzo, ma meglio entrambe) le cose da dire sarebbero tantissime. Scritto con uno stile paurosamente asciutto, crudo e teso, l'implacabile narrazione di McCarthy si sviluppa come un western moderno, che riesce a riflettere in maniera lucida e spietata sulla società americana. I fratelli Coen, registi del film, sono riusciti a mettere in immagini perfette le pagine del romanzo, tentando un discorso ancor più ambizioso di quello di base. Se McCarthy aveva imbastito la sua opera come un’allegoria sulla storia degli Stati Uniti (ad esempio: molti dialoghi del libro sono più lunghi e esemplificativi rispetto al film), i Coen rielaborano il loro discorso a livelli universali, conferendole una straordinaria forza cinematografica. La chiave di lettura sta sicuramente nel personaggio di Chigurgh - che non è assolutamente il solito killer psicopatico - è un Male purissimo (quasi necessario), un angelo della Morte di fronte al quale tutti devono fare i conti. E’ un uomo che ha deciso di vivere secondo un personalissimo codice e la cui ingiustificata violenza sembra andare addirittura al di là del bene e del male. Chigurgh ha capito il mondo che sta arrivando e se ne fa profeta, lasciando le sorti di vita e di morte delle sue vittime al lancio di una monetina. Il Caos e l’assurdo domina i destini dei protagonisti e lo stesso sceriffo Bell, erede di quel West fatto d’eroi che non esiste più (e che forse non è mai esistito), rinuncia a trovare una spiegazione logica all’incomprensibile violenza che lo circonda, conscio che quello che sta arrivando non lo si può fermare. Rimane un mondo che è andato avanti, che ci lasciato cadaveri e fantasmi, dominato da un’umanità arida (come arido è il paesaggio che fa da muto spettatore all’intera vicenda) e dalla violenza più cieca. Bell è il rappresentante di quel modo di essere umano destinato inesorabilmente a perdere e che non ha possibilità di rivincita. Ha perso per sempre l'eredità degli avi, restando solo, (come tutti gli uomini di oggi, che sono "paralizzate" nelle loro scelte) in un tunnel buio senza uscita.
I fratelli Coen realizzano il loro film più asciutto e implosivo, lavorando sulla sottrazione - eliminando anche la colonna sonora - per un cinema scarnificato, silenzioso e che lascia una strisciante inquietudine.
La violenza – eccetto nelle prime cruente scene – esplode fuori campo, diventa totalmente psicologica. “Non è un paese per vecchi” è un trattato di sociologia su un mondo che è morto in silenzio tanti anni fa, ucciso da noi.

Oltre alla regia dei Coen, che lasciano a casa quasi tutti i loro vezzi virtuosi, restano impresse le caratterizzazioni perfette degli attori. Tommy Lee Jones si conferma un attore assoluto: il suo racconto dei sogni alla fine è un momento magico e rivelatore; è l'uomo che è sopravvissuto al padre, ma che ha perso ciò che aveva, ed è rimasto solo. Bravissimo anche Josh Brolin. L'interpretazione di Bardem poi è totale: quella capigliatura da Alex DeLarge, la voce bassa, lo sguardo tagliente, un personaggio cult.
Non è un paese per vecchi è la "claris" del cinema coeniano, la summa del loro modo di fare film e del loro modo di raccontare il mondo. C'è tutto "un cinema per vecchi" dietro :P

In conclusione una parabola grandiosa, che mantiene le aspettative e anzi le supera, generando un sottobosco di simboli e chiavi interpretative come solo i "classici" sanno fare.


Voto: image

Edited by Mr.Noodles - 5/7/2008, 22:04
 
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emilgollum
view post Posted on 23/4/2008, 15:07




Bellissima recensione Nood! Io posto quello che ho scritto sul mio blog riguardo ai due film più significativi del 2007.

"Non è un paese per vecchi" contro "Scorrerà del sangue" (tradotto all'italiana: Il Petroliere) sono due film unici, con dei personaggi spietati, dove il male ha radici ben radicate e indecifrabili, forse proprio come nella nostra società.



Non c'è grande differenza tra questi due film, quasi si compensano, forse perchè simili, anche se situati in tempi diversi. Il film dei fratelli Coen gravita attorno a una valigetta, maledetta, colma di soldi e sangue infetto. Anton Chigurh cerca di riappropiarsene quando Llewelyn Moss la trova per caso nel deserto rosso. Un film scandito da momenti violentissimi senza una colonna sonora d'accompagnamento. Tutti i personaggi, volenti o nolenti faranno il crudo incontro con Anton, spietato killer dotato di un'arma terribile. Uno dei personaggi più inquietanti nel panorama cinematografico.


"Non è un paese per vecchi"; perchè questi non riescono a stare con il passo del tempo moderno, lontani dai finti ideali di oggi...
Lo sceriffo di San Juan infatti è vecchio e stanco di combattere contro il sangue e i morti ammazzati... soprattutto perchè la linea tra il sense e il no sense si assottiglia sempre di più quasi a essere un'unica cosa.
Molto più buio e oscuro (come il petrolio) è il personaggio del film di Paul Thomas Anderson: Daniel. Egli è in continua ricerca, una ricerca esterna (in giro per gli Stati Uniti), ma anche interna (sotto terra). Egli trascura se stesso, anzi divora il prossimo con il suo odio, facendo scorrere il sangue se necessario.
Se nel film dei Coen, Anton, è un pazzo senza speranza, in Daniel si intravede (forse in pochissimi momenti) una sorta di ri-scoperta della sua vita. Nel corso del film questo personaggio muta nel peggio, accozzato alla sua voglia di competere con il prossimo...
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 28/4/2008, 12:51




CITAZIONE (emilgollum @ 23/4/2008, 16:07)
Se nel film dei Coen, Anton, è un pazzo senza speranza

continuo a sostenere che Chigurgh non è un pazzo, soprattutto nel film dei Coen ;)
 
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view post Posted on 16/7/2008, 16:43
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Cinefilo Ad Honorem

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Appena finito di vedere. Molto belle le recensioni sia di Carlo che di Nood (soprattutto di Nood, è talmente ovvio che Bardem incarni - lo dicono anche nel film - una sorta di fantasma, confermato anche nella sua ultima scena). Grande Brolin (così come la sua "uscita" di scena), regia "lineare" (come i ragionamento di Lee Jones), finale strano ma che ovviamente conferisce ancora più senso al tutto (anzi, il film per un'ora buona sembra un horror e Bardem una sorta di Michael Myers). Concordo anche con Emilz, nel senso che questo film, in questa stagione, fa un po' il paio con Il petroliere, a cui però la presunta "summa/riassunto" dei Coen sta due spanne dietro. Peccato non averlo visto al cinema.

PS: prossimo film che devo spararmi: Into the Wild. Volevo votare ai Chips con cognizione di causa.
 
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16 replies since 21/2/2008, 23:32   290 views
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