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Top 100 - 9: Fats Waller

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mastruccio
view post Posted on 30/5/2014, 12:33 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PERLA DREAMING STUDIOS
Su consiglio diretto dell'autore, ho avuto il piacere di leggere "Fats Weller", un suo vecchio film del 2007 appartenente al genere biopic, che vinse allora l'Award per il miglior film. Questo per un gioco dei confronti che si potrebbe attuare con il mio "Totò".
Purtroppo, però, in questo caso è sicuramente un gioco improponibile, in quanto i due film sono praticamente inconfrontabili, non avendo neppure un punto di contatto in comune, addirittura pure nel genere, perchè "Fats Weller" non è propriamente un biopic, almeno come ce lo immaginiamo tutti. E' piuttosto un film che, approfittando del racconto abbastanza a grandi linee della vita del famoso compositore americano, intende esplorare un mondo variopinto e contrastante di figure e personaggi che, ascoltando la sua splendida musica, assurgono a vittime, carnefici, o semplici figuranti, inseriti in un preciso periodo storico, quello che precede la seconda guerra mondiale. Il racconto di un micricosmo, popolato di piccoli ed in alcuni casi piccolissimi personaggi, per raccontare un mondo in subbuglio, fra l'avanzare della folle ideologia nazista e le turbolenze belliche in Spagna, e la lontana e apparentemente indifferente popolazione americana, ancora distratta dai film di Betty Boop e di Gary Cooper .

In un viaggio, quindi, che va avanti ed indietro nel tempo con un ritmo abbastanza sincopato, assistiamo alla storia molto frammentata di questo artista di colore, vero genio della musica jazz, capace di scrivere ogni giorno decine e decine di partiture originali allo scopo di racimolare i soldi necessari per pagare gli alimenti alle sue ex mogli, e contemporaneamente assistiamo alle vicende, spesso solo fugaci, di diversi personaggi che non hanno nulla in comune fra loro, che mai si incontrano, e che vivono pezzi delle loro vite, diverse volte anche la loro morte, accompagnati dalla musica di Waller. Alcuni compiono efferatezze (l'ufficiale SS che fa morire le sue vittime in un gioco assurdo e terribile), altri fanno gli eroi inutili (i gemelli), altri ancora vendono la propria arte per un abito nuovo e subito dopo muoiono (il pittore squattrinato), e così via, in un susseguirsi veloce, forse troppo, di immagini che, per certi versi, spiazzano lo spettatore. Perchè non hanno collegamenti l'una con l'altra, se non l'unico esile filo della musica di Weller, che assurge a vera protagonista del film. Una musica capace di scaldare, anche solo per un attimo fugace, pure i cuori più duri e crudeli.

Questo, quindi, il main concept creato da Carlos Sampayo e Igort, pluri premiati autori dell'omonima graphic novel, che inventa un modo originale e molto interessante di fare un biopic.
Se il soggetto è da promuovere incondizionatamente, la sceneggiatura, invece, è da adattare meglio al linguaggio cinematografico.
Papele, infatti, trasposta su carta, in forma scritta, le tavole del fumetto, con sobrie descrizioni di scena e dialoghi inappuntabili e privi di errori, ma non si sforza di tradurre il fumetto originale in forma realmente cinematografica. Si ha l'impressione, leggendo lo script, che anche le scene del film siano tavole appartenenti ad un lavoro pensato e realizzato da un fumettista, per via del ritmo, della forma, del tracciato narrativo, ed anche per il linguaggio, che in alcune, per fortuna poche, parti risulta prosaico laddove leggiamo deduzioni dell'autore ma che non ci vengono mostrate sotto forma di immagini visive.

Regia, cast e musiche sono scelti con grande bravura:Spike Lee è un nome adattissimo, e Cuba Gooding Jr. veste i panni di Fats Weller con credibilità, anche se dobbiamo immaginarcelo ingrassato di parecchi chili. Actor's Studio e metodo Stanislavskij pure lui? Ottimi anche tutti gli altri, anche quelli che hanno piccolissime parti.
Le musiche sono le grandi protagoniste del film, e non sarebbe potuto essere diversamente.

Voto: 75/100

Il mio metro principale di valutazione è quello di immaginare quanto verosimilmente il film cinematikino possa essere realmente realizzato da una casa di produzione cinematografica vera. "Fats Weller" soffre di un'impostazione che difficilmente potremmo vedere realmente al cinema così com'è. Evidentemente nel 2007, anno in cui il film partecipò al Festiva di Roma, nessuno dei recensori teneva conto di questo aspetto, e pertanto sono giustificati i voti alti e le parole di elogio che ho letto in molte recensioni. Però è anche vero che, come letto in altre, la visione del film può provocare un senso di disorientamento, non riuscendo ad essere facilmente comprensibile all'uscita dal cinema.
 
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19 replies since 13/1/2008, 12:54   227 views
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